TERAMO – Proprio mentre divampa la polemica, la Tercas scrive al Comune e minaccia la rescissione del servizio di tesoreria, qualora non venisse accettata la rinegoziazione dei tassi su percentuali ovviamente più alte. Il Comune frena e sospende la delibera di presa d’atto dopo le critiche e il problema sollevato dal leader di Teramo Soprattutto, Dodo Di Sabatino Martina: a conti fatti, per l’ammontare degli anticipi di cassa in essere, la comunità teramana passerebbe a pagare da circa 15mila a circa 300mila euro all’anno. E allora? Il sindaco Brucchi ha provato a spiegare: «Noi abbiamo una convenzione con la Tercas che risale al 2011, rinnovata nel 2012, che ha un tasso molto favorevole per l’Ente – ha detto il primo cittadino -. Adesso siamo di fronte a una situazione, a dover decidere da una parte di dire alla Tercas di rispettare la convenzione così com’è, e quindi di mantenere questo tasso favorevole all’ente, anche perchè la normativa prevede che l’unico dei contraenti che puo recedere o rinegoziare il tasso è l’ente Comune e non la banca; dall’altro lato, però, la banca può richiedere, secondo l’articolo 1467, di recedere dalla convenzione e imporre al Comune di andare a nuova gara. Lo scenario che potrebbe presentarsi – dice il sindaco Brucchi – è che andando a gara poi ci si trovi nella condizione dennciata dal Governo: il rischio di gara deserta e di andare a trattativa diretta con la Tercas, che non applicherebbe i tassi attuali e nemmeno quelli della proposta di rinegoziazione attuale, di poco inferiore al 2%. E ricordo che un Comune non può stare per legge senza una tesoreria». Al vetriolo le accuse del Partito democratico che affonda con il capogruppo Gianguido D’Alberto: «La vicenda di oggi dimostra tutta superficialità e l’approssimazione dell’ammnistrazione: una vicenda così delicata, iniziata a settembre, viene portata in consiglio comunale a fine febbraio e l’amministrazione stessa che fa la proposta poi decide di sospendere la delibera per fare ulteriori approfondimenti dopo le polemiche esplose nei giorni scorsi. Assessore e sindaco hanno chiesto scusa – ha aggiunto D’Alberto – ma non si può andare avanti così e non è la prima volta che succede, che l’amministrazione porta provvedimenti che poi è costretta a ritirare: è la dimostrazione plastica di una amminstrazione che non ha più il governo della situazione».
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